Sarà celebrato venerdì prossimo, 14 maggio, il 172° Anniversario della Difesa di Livorno, in ricordo dell’eroica resistenza all’assedio delle preponderanti truppe austriache il 10 e 11 maggio 1849, quando la città dovette soccombere dopo due giorni di aspra lotta.

Fu un importante episodio della Prima Guerra d’Indipendenza, e per il valore dimostrato dalla cittadinanza, nel 1906 a Livorno fu assegnata la Medaglia d’oro al Valore delle città “Benemerite del Risorgimento nazionale”.

A causa della pandemia, per il secondo anno consecutivo le celebrazioni, promosse dal Comitato Livornese per la Promozione dei Valori Risorgimentali in collaborazione con il Comune di Livorno e numerosi altri enti e istituzioni, si terranno senza le tradizionali iniziative con le scolaresche e nei quartieri, ma non per questo saranno meno sentite.

Venerdì 14 maggio, alle ore 10.15 si terrà la tradizionale cerimonia presso Porta San Marco, in piazza Bartelloni, con la deposizione di una corona alla lapide dei Caduti.

Alle ore 11 le celebrazioni proseguiranno in Comune, nella Sala Consiliare, con interessanti interventi che potranno essere seguiti dalla cittadinanza in diretta streaming sul canale youtube “Consiglio Comunale Livorno” (indirizzo internet scorciato http://bit.ly/2ZnNehY).

Dopo il saluto del sindaco Luca Salvetti e della prof.ssa Cecilia Gambacciani presidente del Comitato Livornese per la Promozione dei Valori Risorgimentali, prenderanno la parola la prof.ssa Francesca Capanna, che leggerà la Motivazione della Medaglia d’Oro al Gonfalone di Livorno per meriti risorgimentali, e il prof. Fabio Bertini che terrà un’allocuzione sugli avvenimenti celebrati.

Al termine dell’iniziativa saranno presentate e distribuite alcune pubblicazioni edite dal Comitato e dal Comune.

“Questa celebrazione – spiega il cav. Marzino Macchi, uno dei fondatori del Comitato Livornese Risorgimentale – è la ventesima, in continuità, che il Comitato organizza dalla sua fondazione. Le prime edizioni si svolsero in concorso con le allora esistenti Circoscrizioni 1 e 2 del Comune di Livorno, successivamente siamo riusciti a coinvolgere lo Stato Maggiore dell’Esercito per avere il supporto delle istituzioni militari ai fini del riconoscimento del valore storico della “resistenza” di Livorno alla restaurazione imposta con le baionette (e i cannoni) asburgici.

Il risultato più importante che riteniamo di aver raggiunto in questi venti anni, è l’aver rovesciato quella retorica antipopolare e conservatrice che aveva relegato la nostra Resistenza – unica battaglia risorgimentale in Toscana – al simpatico stereotipo di una città ribelle, tutto sommato insofferente dell’ordine costituito e un po’ scapestrata, ma alla fin fine brava gente. Una retorica dileggiante, consolidata nel tempo e che ha imperato fino a non molto tempo fa. Fino a quando, grazie alla tenace e costante attività del Comitato e degli studiosi coinvolti, a tanti cultori, autoctoni e non, della nostra storia, attraverso ricerche, studi, conferenze e convegni anche di livello internazionale, siamo giunti a una rilettura che ha portato a scoprire che i livornesi non sono stati la faccia ribelle della sommossa, non sono stati semplici rivoltosi e improvvisatori. Analisi e ricerche dotte e approfondite ci dicono che i livornesi prepararono consapevolmente la resistenza agli austriaci, costruendo quel piccolo esercito, male armato sì, ma organizzato, che resistette dalla cinta daziaria recentemente costruita. Uomini non improvvisati, che si erano formati prima nella Guardia Civica poi nei battaglioni volontari che sostennero il governo toscano diretto da Francesco Domenico Guerrazzi e, in particolare, nel fuoco della battaglia di Curtatone e Montanara. Erano organizzati in sei compagnie ciascuno nei battaglioni “Ferruccio” e “Giovanni delle Bande nere”. Comandante in capo fu Luigi Ghilardi (indicato da Mazzini, a testimoniare il valore nazionale dell’evento), valoroso combattente per la libertà sia in Spagna che a Roma e in Messico, dove è tutt’ora onorato tra i più fulgidi eroi di quel paese. Questo per gli eventi militari, ma le ricerche hanno testimoniato che il risultato della partecipazione armata è stato il frutto di una cultura democratica e repubblicana che si respirava da tempo sulle banchine, nelle tipografie, nelle edizioni illuminate che venivano pubblicate, nei circoli massonici, nelle bettole e in ogni luogo di possibile incontro. Quanto accaduto a Livorno il 10 e 11 maggio 1849 fu ed è tuttora apprezzato a livello europeo per il fatto che si è trattato dell’unica città insorta non guidata dalla borghesia nascente e illuminata, ma principalmente dalle masse popolari e lavoratrici”.

Le modifiche alla viabilità

Venerdì 14 maggio dalle ore 7 fino al termine delle cerimonie sarà in vigore il divieto di sosta con rimozione forzata su entrambi i lati del tratto di piazza Bartelloni compreso tra via Mastacchi e via della Bastia, esclusi i mezzi dei rappresentanti delle istituzioni che parteciperanno all’iniziativa (ad essi saranno riservati anche gli spazi sosta di via Pollastrini abitualmente utilizzati dalla Polizia Municipale).


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